domenica 21 settembre 2008

Lord Fantasymor e le scrittrici in erba

L'idea per questa parodia mi è venuta leggendo alcuni articoli del blog fantasygamberi, in cui si criticava l'attuale stato (penoso) del fantasy italiano, con particolare riferimento alla moda di "certe" case editrici di publicizzare giovani scrittrici/ori non perchè abbiano scritto un romanzo di qualità, ma solo perchè hanno scritto un libro a non più di diciassette anni.
Inoltre, sempre nel suddetto sito, si sono enunciati spesso i vari difetti presenti in molti romanzi odierni (fantasy e non solo). Dunque per ottenere una parodia ho pensato di metterceli tutti: tutti i più begli errori e cliché riassunti in un unico racconto.
Buon divertimento.


Lord Fantasymor e le scrittrici in erba

Alla veneranda età di 17 anni Lord Fantasymor ebbe una folgorazione.
-Ahia!
No,non in quel senso. Fulminato lo era già da prima. Intendo dire che ebbe un'idea fulminea e geniale.
-Non ne posso più di essere vittima di quelle mostruose creature. Ma ieri notte in sogno ho avuto un’idea coraggiosa e originale. Radunerò una compagnia e insieme sconfiggeremo i cattivissimi e malvagi che popolano l'oscura dimora.
Ma chi erano le mostruose creature? Bestie feroci, fammin, orchi, pedofili, assassini, maniaci? No,molto peggio! Erano le terribili e giovanissime scrittrici di fantasy; insidiose e funeste si nascondevano tra i verdi prati (non a caso erano dette in erba) e aggredivano i malcapitati coi loro manoscritti, vogliose di una pubblicazione; ma la cosa più terribile era che alle volte ci riuscivano!
Il Malvagio Nano Mondador, il Tenebroso Signore di Feltro e il Tirannico Principe di Salan erano tutti alleati in questa famigerata impresa: cercavano e volevano per sé le Scrittrici in Erba.
Ora il compito di Lord Fantasymor era distruggere dapprima tutte le Scrittrici in Erba che avesse trovato sulla sua strada per poi giungere nella Casa Editrice del Male e sconfiggere i famigerati signori dell’editoria.
Già da appena nato Lord Fantasymor aveva subito intuito di esser predestinato a qualcosa di grande: era diverso dagli altri, un vero sfigato: orfano fin da bambino, aveva un’intelligenza superiore a tutti quelli che conosceva, padroneggiava alla perfezione ogni arma, batteva sempre tutti i suoi amici (che ben presto non gli furono più tanto amici), era dotato di una sensibilità degna di un poeta. Era un diverso: insomma, un tipico Prescelto!
Fiducioso di ciò, radunò i migliori guerrieri:
-Mi serve un elfo, però sono un tipo originale io!, voglio un elfo coi capelli verdi; poi mi serve un qualche mezzo, tipo: mezzelfo, mezzognomo, mezzoumano, mezzomortale, mezzogiorno, mezzaluna. Ecco porterò con me una falce, sì, geniale!
Poi mi servono dei nani o degli gnomi…mmh…non ci sono? Vabbe’ anche alcuni tappi andranno bene.
Poi centinaia di guerrieri di vario tipo: soldati, generali, colonnelli, sergenti, talenti e invadenti.
Una bella figa non si disdegna mai.
Come? Ah, niente gnocca, perché l'autrice è femminista e disdegna i soliti cliché. Allora prenderò con me una filosofa, una psicologa e una combattente, possibilmente invincibile.

L’insconfiggibile truppa partì ardimentosamente e fiduciosamente diretta verso l’ignoto.
Dopo mesi di selvaggio girovagare senza alcun risultato, finalmente raggiunsero un prato sospetto.
-Mmh, è un posto ideale per le Scrittrici: qui l’erba è altissima, possono nascondere i loro insinuosi corpi tra le felci, ma non riusciranno a nascondere le loro testoline vuote, sono troppo leggere, peggio dell’elio, e sicuramente si vedranno spuntare all’orizzonte.
- Presto, scudiero, porgiommi il binocolo!
Lord Fantasymor osservò col binocolo la pianura sospetta.
- Come immaginavo! Pieno di testoline vuote, sono acquattate nell’erba, ma io sono troppo astuto. Sono riuscito a vederle ugualmente.
- Cosa pensi di fare adesso, magnifico Lord? – gli chiese uno dei tanti ardimentosi.
- Non ti preoccupare. Grazie alla mia geniale idea di portare con me la mezzaluna, falcerò l’erba alta dimodoché le sfacciate scrittrici di fantasy saranno costrette a uscire allo scoperto.
E così fecero. I dieci amici seguirono l’esempio del loro valoroso comandante e cominciarono a falciare l’erba.
La filosofa, abituata a ragionare, esordì con un brillante e acuto interrogativo: - Com’è che siamo rimasti in dieci? Non c’erano centinaia di guerrieri?
Si vedeva che era una abituata a ragionare! Il pensiero era il suo mestiere.
La domanda era talmente arguta che, ebbene sì, lo confesso! Mi prese alla sprovvista. “Con quella lì non ci si può proprio distrarre, eh?” pensai, riflettendo assortamente fra me e me. Chi se ne sarebbe accorto di un particolare così banale? Una quisquiglia. E invece no! Lei sempre lì a polemizzare! Che ne so che fine hanno fatto i cento guerrieri! Ma che domande sono!? Ma che ti importa? Si saranno stufati di rompersi il cazzo in un’impresa così scema, avranno avuto di meglio da fare!
Comunque, dopo aver fatto questa domanda, la filosofa venne colpita da un colpo apoplettico e morì.
- Tiè, così impari a fare domande impertinenti!

La prodigiosa compagnia del fardello, ormai rimasti solo in nove superstiti valorosi, riuscirono a far uscire le Scrittrici in Erba allo scoperto.
E quelle scapparono per il campo urlando, portandosi appresso i loro manoscritti, penne a sfera, quaderni per appunti e persino computer portatili. Il tutto frammisto a urla disumane.

Ma una di loro non riuscì a fuggire e rimase intrappolata tra le cerchia dell’accerchiante e prodigiosa Compagnia superstite e valorosa.
- Uccidiamola, uccidiamola! – dissero in coro i pròdigi valorosi.
- Aspettate un attimo! - Intimò austeramente Lord Fantasymor, che genialmente aveva già capito tutto. - Ti credi una scrittrice in erba, eh? - Chiese furbescamente alla povera malcapitata. - Ma io penso che non sia così. Presto! Se hai cara la vita, porgimi la tua carta d’identità!
La poverina si frugò nelle tasche e tirò fuori una tessera stropicciata.
- Come immaginavo! Questa scrittrice ha ben 21 anni! Ah, ah, ah! Avete capito? E’ innocua, la Casa Editrice del Male non vorrà mai una come te, inizi ad avere troppa esperienza e potresti persino scrivere qualcosa di decente. Non sei più in erba.
La poverina scoppiò a piangere: - Lord Fantasymor, come sei crudele! Non ho più alcuna speranza: adesso per essere pubblicata dovrò scrivere decentemente, dovrò addirittura informarmi, studiare, leggere altri libri e seguire persino delle regole. Sei spietato, un mostro! Mi toccherà costruire dei dialoghi sensati e delle storie originali. Me misera, me tapina!
E pianse finché non ebbe più lacrime da versare!!!!
Ma Lord Fantasymor era noncurante di cotanta malcelata disperazione. Anzi, in cuor suo, pensava ed era fermamente e indissolubilmente (e anche un po’ intimamente) convinto di aver fatto la cosa giusta.
Era giunto il momento di compiere la sua missione, adempiere al suo destino.
Doveva trovare la famigerata Casa Editrice del Male.
E la fortuna gli venne in aiuto.
Lord Fantasymor vide in lontananza un omino basso, panciuto, con gli occhialini rotondi e i capelli brizzolati. Vestiva una maglia attillata verde, con calzamaglia verde pisello e stivaletti medievali di cuoio. Non aveva dubbi, era lui!
Il terribile Robin Truff.
Agitava in mano un’arma terrificante e misteriosa. Dapprima gli sembrò un innocuo pacco di fogli, ma poi la riconobbe: era la famigerata Finanziaria. Come se non bastasse, l’omino si burlava dei poveri sudditi e Lord Fantasymor lo sentì canticchiare: Vubo ai povevi pev dave ai vicchi.
Lord Fantasymor non ci vide più dalla rabbia. E in un attimo gli fu addosso.
- Malefico Robin Truff, ti ho in pugno!
- No pietà! - l’infame si mise a piangere e a supplicare. - Io non volevo, non sono malvagio, è stato il Nano Mondadov ad obbligavmi.
- Avrai salva la vita se rivelommi dove si nasconde il malvagio Mondador insieme agli altri scagnozzi.
- E va bene, pietà, te lo dico. E’ nella Casa editvice del Male.
- Questo lo so, ma io voglio sapere il luogo esatto dove si trova, non ci sono mai stato.
- Be’, è facile, basta che segui il cavtello.
- Ah, non l’avevo visto! E’ proprio vero che le cose facili sono le più difficili da scoprire.

Dopo questo sagace dialogo, Lord Fantasymor salutò i due suoi amici:
- E’ giunto il momento di separarci. Da buon eroe che si rispetti devo andare da solo. No, no, sento già gli echi delle vostre proteste, non possiamo farci niente amici miei, IO sono il prescelto, così è scritto, devo compiere il destino che mi è stato riservato.

E così, solo soletto, si avviò verso l’impervio e oscuro sentiero che conduceva alla malefica dimora.
Vi giunse senza troppe difficoltà e si inoltrò al suo interno.
Ma quale fu il suo stupore quando capì che i tre Signori del Male lo stavano aspettando. Non solo, ma lo stavano pure minacciando!
Stavano agitando minacciosamente dei pericolosi oggetti malefici. Alla loro vista, Lord Fanatsymor divenne subito debole. Ma cos’erano quei sortilegi? Incantesimi inscioglibili? Magia nera? Un’oscura fattura (del dentista)?
No, molto peggio! Erano dei terribili manoscritti di Scrittrici in Erba. Letali per il nostro eroe.
Purtroppo, alcune di tali porcherie erano riuscite a giungere fino a loro.
Lord Fantasymor si sentì sperduto, battuto, sconfitto, distrutto, amareggiato, desolato.
Egli era davvero nei guai. Si appropinquava alla fine. Stava per soccombere.
- Ehi, aiuto! … Ehi, parlo con te!
- Con me?
- Sì, sei tu la scrittrice. Tirami fuori da qui! Inventati qualcosa.
Lord Fantasymor stava proprio parlando con me.
- Non puoi far morire il protagonista principale. Non si fa così, devi tirarmi fuori. Procurami un deus ex machina.
- Vuoi una magia apposta per l’occasione?
- Ma io non sono un mago.
- Non importa, è facile! Basta che dico che giusto in questo momento ti sei ricordato di quell’unico incantesimo che conoscevi, che avevi imparato quando eri piccolo da un tuo amico mago e che serviva a sconfiggere tutti i tuoi nemici.
- Mmmh, no, non mi piace, voglio un finale degno di un guerriero, non da mago.
- Uff! E va bene! Che ne dici di una catastrofe naturale? Tipo un diluvio, un maremoto. Fa molto effetto biblico, stile Mosè mentre attraversa il Mar Rosso.
- Va bene. Ci sto.

Allora, mentre Lord Fantasymor pensava ormai di non avere più speranze, ecco che si scatenò un terribile acquazzone, che in un paio di secondi diventò un uragano. La Casa del Male cominciò ad essere inondata, i malvagi se la diedero a gambe, o almeno così volevano fare perché l’uragano fu implacabile e non diede loro alcuno scampo. Il Principe di Salan e il Signore di Feltro vennero folgorati all’istante da due fulmini che caddero esattamente sulla loro testa. Un terzo fulmine stava per folgorare anche il nano Mondador, ma quello se ne accorse e disse:
-Spostati e cammina!
E il fulmine si scansò, andando a incenerire la parete lì vicina.
Ma la soddisfazione del nano durò poco.
Il nostro valoroso Guerriero e il Malvagio si trovarono a tu per tu.
Il malefico Mondador sfoderò uno dei suoi portentosi sorrisi e fece una cosa terribile: la più malvagia, la più inaudita, insospettabile, incalcolabile, perfida e traditrice delle mosse.
Si mise a raccontare barzellette.
- Nooooo. Pietà, risparmiami! – disse il povero Lord Fantasymor.
Ma quello, implacabile, continuava; passò persino al repertorio di barzellette scurrili.
Il nostro eroe era allo stremo, sentiva che le gambe gli stavano cedendo e non riusciva più a stare in piedi.
Ma ecco, che quando il Malvagio nano pensava di averlo in pugno, Lord Fantasymor lo lasciò di sasso. Fece una contromossa inaspettata, si rialzò improvvisamente, come se non avesse udito nulla!
- Cribbio! Com’è possibile! Le mie barzellette non stordiscono più? – disse Mondador incredulo.
- Ah, ah, ah! - disse Lord Fantasymor – purtroppo per te io sono un fan di Ulisse. Sapevo della tua fama di menestrello e mi sono premunito.
E così dicendo, gli mostrò i tappi che aveva preventivamente messo nelle orecchie.
Dalla disperazione il Malvagio Menestrello cominciò a strapparsi i capelli, rendendosi ben presto conto che quei pochi che gli rimanevano erano finti.
Lord Fantasymor approfittò di quel momento di sconforto e, inesorabile, trafisse il nemico con l’affilatissima spada.
Mondador morì e in quel momento accadde una cosa incredibile. Il suo corpo si dissolse e di quel nano non rimase che fumo negli occhi.


p.s Ogni riferimento a cose e persone non è per nulla casuale!