“Chi si loda si imbroda”... Per una volta voglio un po’ imbrodarmi anch’io. Quello che vi posterò è il racconto che ha partecipato al Premio Andersen 2013 (che si svolge ogni anno a Sestri Levante) e che, ovviamente, non ha vinto!
Ora avevo già partecipato al concorso anni fa, ma con un raccontino che obiettivamente era una cagata pazzesca (per dirla finemente alla Fantozzi): persino mia madre mi aveva detto che: “Bah, insomma... ne hai scritti di più belli.” E quando te lo dice tua madre...
Ma stavolta il brano aveva passato le selezioni famigliari, facendo piangere entrambi i miei genitori.
Quindi vuol dire che, almeno a loro, qualche emozione sono riuscita a trasmetterla.
Insomma, un pochino stavolta ci avevo sperato, e invece...
Ma vi lascio al racconto: buona lettura!
Il ladro di sogni
Sono un ladro di sogni
e te li ruberò piano piano
Uno, due, tre
Non c'è più alcun sogno per te
Quattro, cinque, sei
Dove sono i sogni miei?
Pamela
ripiegò il foglietto e lo ripose con un sorriso sopra ai disegni dei paperi
Disney. Strano, non mi ricordo assolutamente di questa poesia,
pensò, mentre sfogliava i disegni di Zio Paperone, Paperino, Amelia... Tutte creazioni
di quando era bambina. Allineò i fogli compiaciuta, era proprio brava a
disegnare... Chissà perché poi aveva smesso? Non se lo ricordava più, cosi come
non si ricordava di aver mai scritto quella poesia, eppure la calligrafia era
proprio la sua.
Rimise
il plico di fogli dentro al primo cassetto della scrivania; aveva fatto bene a
ritornare nella casa della sua infanzia, una settimana di pausa dal noiosissimo
lavoro d'ufficio ci voleva proprio! E quella cameretta in cui aveva vissuto
fino all'adolescenza le evocava sempre piacevoli ricordi. Era esattamente come
l'aveva lasciata: con i peluche ancora ammucchiati ai piedi del letto.
Si
sedette alla scrivania e prese in mano un quadernetto sottile, con la copertina
rigida rossa, e lo aprì: vuoto. Conteneva in tutto una decina di fogli
completamente bianchi. Non capiva l'utilità di un quadernetto così piccolo, ma
non se ne curò e lo richiuse. Si alzò, andò verso il letto e si lasciò
sprofondare nel materasso, avvolta dalla trapunta rosa; era così morbida e
accogliente... Improvvisamente si rese conto di avere un gran sonno.
Pamela
ha sette anni ed è un'apprendista maga. Ha in mano la nuova bacchetta magica
che le ha regalato la zia. Con questa nuova bacchetta sarà in grado di fare
magie più potenti e apprenderà nuovi incantesimi più velocemente. Da grande
diventerà una grande maga a servizio del bene e sconfiggerà i cattivi, in
particolar modo il più cattivo e crudele di tutti: il ladro di sogni. Non è un
ladro come gli altri, non si aggira di notte vestito di nero con il passamontagna
in testa, il ladro di sogni è sempre in agguato, anche di giorno, ma non lo si
può vedere perché è invisibile. L'unico modo per sconfiggerlo è proteggere i
propri sogni nel cassetto. Pamela si avvicina alla cassettiera argentata: ci
sono 10 cassetti viola, ogni cassetto è numerato e contiene un suo sogno.
Pamela punta la bacchetta contro il
cassetto numero tre e pronuncia ad alta voce: «Rivela!» E quello si apre:
contiene la sua vecchia bacchetta. Diventare una grande maga, è quello il suo
terzo sogno nel cassetto. Sorride soddisfatta, guardando la sua nuova bacchetta
magica, sa che presto ci riuscirà, il ladro non riuscirà mai a portarle via
quel sogno. «Occulta!», dice puntando la bacchetta verso il cassetto tre, e
quello si richiude. È sempre pericoloso tenere i cassetti aperti a lungo, il
ladro di sogni potrebbe apparire in qualsiasi momento e portarteli via, solo
quando sono ben chiusi e protetti dall'incantesimo sono al sicuro.
Punta
la bacchetta verso il cassetto numero due, facendolo aprire con la parola
magica; contiene un blocco da disegno e delle matite; la piccola Pamela sa che
non smetterà mai di disegnare le creature e i luoghi fantastici che ha visto
con la sua immaginazione; li mostrerà ai grandi che non li hanno mai visti e a
quelli che non se li ricordano più. Richiude il cassetto con un colpo di
bacchetta. Punta la bacchetta verso il suo sogno numero uno, il più importante.
Sta per pronunciare la parola magica, quando con la coda dell'occhio nota che
manca qualcosa.
Il
numero sei!
Il
numero inciso sul cassetto è sparito. No, non può essere, perché ricorda ancora
cosa conteneva, quello è il suo desiderio di… di… Vuoto. Rimosso. Pamela
sospira: il ladro di sogni ha colpito ancora. Il giorno del suo compleanno, di
nuovo, come l'anno scorso. Lo sapevo, lo
sapevo, pensa, dovevo stare più
attenta! Ogni anno che passa quel ladro malefico porta via un pezzo. «Ma
questa è l’ultima volta!», promette a sé stessa. «Non ti permetterò di rubare
ancora!»
Pamela
si stropicciò gli occhi: aveva solo un ricordo confuso, eppure era sicura di
aver sognato la sua infanzia. Si stiracchiò e si alzò da letto. Passando
accanto alla scrivania, notò che il quadernetto rosso era aperto. Strano, pensò,
eppure ero convinta di averlo chiuso. Poi vide uno scarabocchio
sull'angolo della pagina, in alto a sinistra. Si avvicinò e prese il quaderno
in mano: non era uno scarabocchio, ma un quadrato con all'interno il numero
uno. Istintivamente si guardò intorno: che qualcuno fosse entrato mentre dormiva?
Scosse la testa: no, non aveva alcun senso; perché mai entrare di nascosto e
scrivere un numero su un quaderno? Sorrise a quella sciocca congettura: era
evidente che il numero c'era già, solo che prima non l'aveva visto, ovvio!
Chissà però che significava? Sicuramente era un qualche gioco di cui aveva
dimenticato le regole; sorrise con tenerezza ripensando alla sua ingenuità
infantile.
La
piccola Pamela ha otto anni e ora sa cosa deve fare. La cassettiera non
funziona più da quando ha perso la bacchetta, e il ladro diventa sempre più
potente, quest'anno sono spariti addirittura due sogni! Il cinque e persino il
numero tre, eppure sembra impossibile, le sembrava così importante il 3, ma
perché diavolo non riesce a ricordare cos’era? C’è solo un modo per non
permettere che i sogni volino via. Apre un quadernetto rosso e inizia a
scrivere.
Una
donna la sta osservando, si avvicina, «E tu chi sei?», le chiede.
«Sono
Pamela!», le risponde, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Ti chiami
come me.»
La
bambina sgrana gli occhi, al colmo dello stupore: «Non mi chiamo come te, io sono
te!»
«Cosa?
Com'è possibile?»
«Io
sono la bambina che è in te, come puoi non riconoscermi?» Il suo viso si fa triste
e abbassa lo sguardo. «Non mi conosci più perché ti sei dimenticata di me.»
«Io...
Io... Non so... Non credo.»
La
bambina le corre incontro aggrappandosi alla sua maglia: «Oh no, ti prego, non
lo fare, non dimenticarti di me, ti prego, è l'unico modo che abbiamo per
sconfiggere il ladro di sogni.»
«Il
ladro di sogni?»
«Si,
colui che ce li ruberà tutti quando saremo grandi. Non farlo, non
permetterglielo. Oh ti prego, hai promesso che non te ne saresti mai
dimenticata, nemmeno da grande. Non puoi farlo vincere, lo hai promesso!» Urla
singhiozzando.
Pamela
delicatamente abbraccia la piccola.
La
bambina si libera dall'abbraccio, poi si asciuga gli occhi con la manica. Alza
il faccino verso di lei, guardandola con quegli occhioni umidi: «Oh ti prego,
Pamela, non permettergli di vincere, non permettergli di rubare i tuoi sogni,
ricordati di me.»
Pamela
sbatté gli occhi; aveva i gomiti appoggiati alla scrivania e lo sguardo fisso
contro il muro davanti a lei: aveva avuto un’allucinazione, aveva sognato tutto
o erano affiorati dei vecchi ricordi? Guardò il quaderno aperto davanti a sé:
«No, non è possibile!» Erano comparsi altri due numeri.
Pamela
adulta è nel giardino di casa. Poco distante scorge la piccola Pamela, ha circa
dieci anni; suo padre la sta rimproverando, poi si gira e se ne va mentre la
piccola scoppia in lacrime. Pamela adulta corre verso la piccola urlando: «Non
gli credere, non gli credere! So cosa ti ha appena detto, ma non è vero!»
La
piccola Pamela sta singhiozzando: «Non diventerò mai…»
«Non è
vero, non dargli retta!», la interrompe.
«Invece
ha ragione, sono solo stupidaggini», guarda i fogli stracciati ai suoi piedi, «La
magia non esiste! E io non diventerò mai una grande maga.»
«E
invece no! Si sbaglia, e ora te lo dimostrerò.»
Pamela
adulta chiude gli occhi e poco dopo una bacchetta appare nella sua mano.
La
piccola sbatte gli occhioni: «Ma quella è…»
«Sì, è
la nostra bacchetta magica.»
«Pensavo
di averla persa.»
«No, è
sempre stata qui con noi, solo che non riuscivamo più a vederla. E ora ti
mostrerò un'altra cosa... Il ladro di sogni.»
«Ma è
impossibile! E' invisibile!»
«E' qui
che ti sbagli, ora so che aspetto ha e te lo mostrerò.»
Pamela
adulta punta la bacchetta dritta davanti a sé e dice: «Rivela!» Una scia di
fumo bluastro compare davanti a lei e inizia a fluttuare assumendo varie forme:
dapprima si materializza l'immagine di suo padre, poi quella di sua madre, poi
cambia nuovamente assumendo la forma di suo zio, di alcuni suoi compagni di
scuola, insegnanti...
La
piccola tira su col naso: «Ma come? Non capisco, cosa c'entrano loro?»
Pamela
sorride, affettuosa: «Non ti è chiaro? Il ladro di sogni è formato da tutti
coloro che a poco a poco hanno rubato un pezzo di te, infrangendo i tuoi
desideri, le tue speranze; è stata un po' ladra tua mamma quando ha buttato via
la bacchetta magica dicendo che eri troppo grande per giocarci, è stata un po'
ladra la tua compagna di banco Claudia quando ha preferito il disegno di Marco
al tuo dicendo che lui era più bravo di te a disegnare (e stato allora che ti
sei convinta che non saresti mai diventata una brava pittrice o sbaglio?), è
stato un po' ladro quel ragazzino di seconda media, Paolo, per cui avevi una
bella cotta, che ha preferito quell'antipatica di Micaela a te (è stato allora
che ti sei convinta che era meglio non innamorarsi?), è stato un po' ladro tua
papà in questo giardino, quando...
«Nooooo!»
Pamela si svegliò di soprassalto, era sudata, rannicchiata nella poltrona con
la stampa di Wonder Woman, la sua eroina preferita… il sogno numero 6! Pamela spalancò gli occhi: ora sapeva cosa le aveva detto
suo padre quel giorno. Si alzò e corse alla scrivania. Aprì il quadernetto
rosso, non era più vuoto, tutti i numeri erano tornati al loro posto e ora ne
comprendeva il significato: 6) diventare un’eroina e combattere il male come
Wonder Woman, 5) diventare ricca per poter aiutare chi ha bisogno, 3) diventare
una grande maga, 2) diventare una pittrice… E poi il numero 1, l'unico sogno
che aveva conservato, l'unico a cui si era aggrappata, l'unico legame con la
sua infanzia…
Aprì il
PC portatile, ora sapeva cosa doveva fare: doveva continuare a raccontare storie
fantastiche per far sì che nessuno smettesse mai di sognare. Era il suo sogno
numero uno, il più importante: diventare una scrittrice. E quel giorno in
giardino suo padre aveva torto: i suoi racconti non erano solo stupidaggini,
non erano una perdita di tempo.
Sistemò
il portatile davanti a sé e iniziò a scrivere:
Sono un ladro di sogni
e te li ruberò piano piano
Uno, due, tre
Non c'è più alcun sogno per te
Quattro, cinque, sei
Dove sono i sogni miei?