venerdì 2 maggio 2014

Fate il vostro SHOW!


Show don't tell.
Il concetto vittima della più grande INCOMPRENSIONE della storia! Per chi non sa di cosa sto parlando, legga QUI.
Innanzitutto c'è un misunderstanding dovuto alla traduzione: SHOW come MOSTRARE. In italiano purtroppo mostrare rimanda a vedere, guardare, ascoltare, insomma qualcosa che è al massimo riconducibile ai cinque sensi. Ciò, tradotto in soldoni, ha condotto molti sprovveduti scrittori a focalizzarsi su dettagli percettivi di una scena, ovvero a scrivere nei minimi particolari, più o meno rilevanti, ciò che stava accadendo al protagonista.
In realtà ciò è un limite: per cogliere il reale significato della parola show, essa non andrebbe tradotta, esattamente come in italiano nella frase: "Tizio ha fatto il suo show!" Ecco, è questo il concetto: non diciamo "Tizio ha fatto il suo mostrato" , perché non ha senso! In italiano show si può tradurre con "spettacolo". ESATTO. E' questo il senso: non occorre mostrare ogni dettaglio percettivo della scena, ma focalizzarsi su una vicenda, un dettaglio, che abbia significato per la storia, che trasmetta PATHOS. Ovvero bisogna DRAMMATIZZARE la scena, non farcela percepire come se la stessimo osservando al microscopio.
Ora vi farò un esempio di cosa significhi DAVVERO mostrare anziché raccontare: concetto sbandierato e riproposto impropriamente da chi, pur avendo letto milioni di manuali, non ha capito un cazzo!
Non sono i particolari, o soprattutto non è il DETTAGLIO di questi particolari a far la differenza, ma la QUALITA' di essi.


Salgo le scale e sembro non rendermi conto che quella casa è troppo fredda per essere ancora abitata. E non mi riferisco solo alla temperatura, ma proprio al calore umano, ecco. Non sento l'odore di fumo e il caldo secco della stufa accesa, non vedo il vapore della pentola sul fuoco, eppure, per un momento, mentre sono in cima alle scale e apro la porta sulla sinistra, quella della cucina, sono convinta di trovarla ancora lì, seduta sulla sua sedia accanto alla stufa, che si volta verso di me, mi sorride e mi dice: "Ah, sei arrivata, era ora! E' già mezzogiorno, meno male che ti avevo detto di arrivare presto!", mi sgrida sì, ma lo so che non è arrabbiata.
La mia classica risposta sarà: "Eh va be, dai, non è mica tardi!", non lo è di certo per una che come me di solito si alza a quell'ora.
Lei borbotterà qualcosa, ma poi si preoccuperà subito di cosa voglio mangiare.
Ma invece mia nonna non c'è.
La sedia è vuota.
Anzi no, al suo posto ora solo una pila di giornali.
Che nessuno sposta più. 


Non so voi, ma mentre la scrivevo a me ha fatto commuovere… Sarò ipersensibile io… O più probabilmente sarà perché questa scena è vera…
Ma non parliamo di me, vediamo i dettagli: dunque prendiamo ad esempio il particolare dei giornali, perché è importante (e secondo me ricco di pathos)? 
Perché ha un SIGNIFICATO! Non sono giornali messi lì su una sedia alla cazzo, ma era la sedia della nonna morta, QUELLA sedia che ora è abbandonata, nessuno la usa più dopo che lei è mancata, tant'è vero che ora è diventata un ripostiglio per giornali "che nessuno sposta più".
Per me poi ha particolarmente pathos perché conosco la VERA VICENDA e a me fa davvero piangere pensare a questa scena; ora qui dovrebbe vedersi se sono brava a scrivere: se a voi ho trasmesso la stessa sensazione, la stessa commozione che provoca a me (o almeno una parte di essa) ecco, be', allora vuol dire che ce l'ho fatta! Sono riuscita a far provare a VOI, le MIE emozioni!
Questo è scrivere!
Questo è saper raccontare una storia!

Qui si rimanda anche a un'altro aspetto caratteristico del concetto di "mostrare": l'ambiguità. Ci sono i giornali perché la sedia è abbandonata, nel senso che si sono già dimenticati della nonna, oppure al contrario nessuno ha più coraggio di sedersi e le stanno inconsciamente riservando il posto?
Scena ambigua.
Come l'ambiguità della vita. Starà allo scrittore decidere se dare un senso nell'una o l'altra direzione a seconda del significato della storia oppure lasciar trasparire l'incertezza dei personaggi.
Lì sta la bravura.
Dare l'impressione che i personaggi si muovano da soli, mentre lì dietro qualcuno sta tirando le fila.


In questa frase invece:

Riccardo rientrò dal lavoro e posò il giornale che aveva in mano sulla sedia.

Il fatto che Riccardo posi il giornale sulla sedia, su un tavolino, sul comò o sul cesso è IRRILEVANTE! Perché quella seggiola non ha alcun significato, è solo uno dei tanti mobili della casa, in questo caso un mobilio vale l'altro, non fa alcuna differenza.

Quindi ricapitolando:  QUALITA' dei dettagli, NON quantità