venerdì 23 settembre 2016

INAUGURAZIONE AUDIOBOOKS!

Rieccomi!
Ogni tanto riappaio anche su questo blog!
Dunque, siccome non riesco a stare brava e inerme, in questi giorni ho avuto un'idea e perciò inauguro un nuovo progetto!
Siccome non avevo abbastanza cose da fare, mi imbarcherò anche in questa avventura: il sito LoanAudio!

L'idea per questo sito nasce dal fatto che molti Libri sono davvero introvabili in versione audio, soprattutto in italiano. Si trovano per la maggior parte classici o super best-seller, per il resto la morte. Soprattutto per quanto riguarda il fantasy, il mio genere preferito, non esiste praticamente nulla in italiano (e anche in inglese non è che sia questa pacchia). Perciò ho deciso di fare un favore all'umanità e leggere questi libri per voi! ^_^ 

Leggerò ciò che più mi aggrada, casualmente in quel momento; come ho detto, il mio genere preferito è il fantasy, ma in realtà spazio in tutti i generi quindi troverete un po' di tutto.

A differenza di altri siti, però, io leggerò SU RICHIESTA! Sì, avete capito bene: c'è un libro che desiderate da tanto leggere ma non avete mai tempo? Loana lo legge per voi! ^_^
Richiedetemelo gentilmente e cercherò il più possibile di accontentarvi! :) Non chiedetemi audiolibri che sono già reperibili in rete, anche se a pagamento, perché il mio intento è salvare l'umanità, offrendo un servizio che attualmente non c'è, e non lucrare su lavori già fatti da altri! :)

Gli audiobooks saranno disponibili sia sul mio sito che sul mio canale Youtube
Buon Ascolto!

sabato 23 aprile 2016

Surrealismo e Creatività

Leggendo questo articolo, mi sono scaturite un paio di riflessioni:
1) Ormai ho raggiunto la pace dei sensi e sono d’accordo con Morgan: “sono sempre più disinteressato a lamentarmi di chi produce merce più che libri” inutile criticare le grandi CE, se si vuole fare qualcosa di utile, meglio impiegare quel tempo per creare qualcosa di creativo, usando gli occhi di un bambino che disegna: non lo fa per la fama, per essere pubblicato, ma per dar vita alle immagini che ha dentro. Il vero senso dell’artista è questo: assecondare la voce interiore, la spinta, l’estro creativo. Come da piccola, quando scrivevo solo perché avevo voglia di raccontare una storia, senza secondi fini. Invece questi scrittorucoli che mirano solo a pubblicare e pubblicizzare il proprio “libro” non sono altro che impiegati/segretarie, l’artista è altro. Questi snaturano l’arte dello scrivere che è in primis creatività, ricerca, onestà (nel narrare) facendola diventare un prodottino preconfezionato, una produzione in serie (ma che noia scrivere così!). Be’, io un lavoro un po’ ripetitivo ma che mi piace ce l’ho già, grazie; in più il mio lavoro mi permette di conoscere un sacco di gente, cosa che stare tutto il giorno con il culo seduto a scrivere non mi permetterebbe (e non gioverebbe neppure alla mia linea).
E poi appunto (cosa di cui si parla anche nell’articolo) se proprio vuoi vederti pubblicato, fallo da solo! Tanto l’introito economico e la fama sono gli stessi: almeno puoi decidere autonomamente il titolo e la copertina come piace a te!

2) Alberto: se non si “riesce a far percepire all’utente che il libro ha una marcia in più almeno per un dato aspetto, [...] la narrativa si ridurrà sempre più a prodotto di nicchia.” Ecco, questa una tragedia a cui ha contribuito la scuola americana e tutte le conseguenti derive gamberettiane. Scrivere come se si avesse in mano una telecamera! No, cara, quello si chiama scrivere una sceneggiatura. Non si può competere con il cinema per ciò che lo caratterizza: ovvero il linguaggio cinematografico, perché a livello audiovisivo è ovvio che ha una marcia in più. Il libro si esprime attraverso il linguaggio simbolico, non audiovisivo, quello è prerogativa del cinema, lasciamogliela, restituiamo al libro la sua dignità, la sua peculiarità. Il simbolo può andare oltre ciò che si vede e si sente, oltre i cinque sensi, il simbolo arriva a ciò che si percepisce, ciò che si intuisce, all’astratto, al concetto: è lì che il libro dà il meglio di sé. Ma senza perderci in elucubrazioni teoriche e astratte, in discorsi autocelebrativi che non conducono in alcun dove (che non è affatto il mio stile), questo discorso non è solo speculativo, ma ha una forte implicazione pragmatica; ovvero niente riesce a esprimere meglio la complessità della psiche umana come una narrazione attraverso la scrittura: la profondità di pensiero, le elucubrazioni, l'espressione di meccanismi inconsci danno il meglio di sé solo sulla carta stampata (o digitale). Chi ha letto classici e ha visto film tratti da essi lo sa: quanto perde il film (seppur fatto benissimo) rispetto al libro? Perché non riesce mai a esprimerne la profondità psicologica tanto quanto il testo originale? Perché la psiche non è cervello, non è biologia, la psiche è simbolo, si esprime tramite esso e solo uno strumento che usa lo stesso linguaggio simbolico può veicolarla al meglio. Perciò chi ha seguito bovinamente e, diciamocelo, travisato gli insegnamenti della scuola americana riducendo il libro a “scene di film” (perché in realtà il “mostrare” si riferiva allo drammatizzare le scene, come già ho spiegato qui, ma è stato ridotto tutto,- anche dagli scrittori americani eh, non sono solo i pasticcioni nostrani- a un misero: descrivere dettagliatamente le azioni senza raccontare nulla. Un’idiozia, insomma!) ha ucciso il libro stesso, riducendolo a una brutta copia di film/telefilm. Perché non è la sua natura! Il libro è stato così snaturato del suo punto di forza, ed è ovvio che per leggere libri così, è meglio guardarsi un film: è fatto meglio! Tornando alla frase iniziale di questo capoverso: “far percepire che il libro ha una marcia in più” mi spiace non lo state facendo affatto! Ma perché la maggioranza dei libri attuali, a conti fatti, non ha marce in più! 


3) La libreria “dovrebbe essere un vero centro culturale, vivo, preparato, propositivo”: altro punto su cui sono perfettamente d’accordo. Quasi mi sono emozionata, al pensare alla libreria come centro culturale. Organizzazione di eventi, letture di brani con discussioni, insomma un vero e proprio caffè letterario, un circolo per appassionati... Cosa si potrebbe volere di più. Suppongo che nelle grandi città e le grandi librerie già un po’ lo facciano ma non è abbastanza. Il libro come passatempo non solo individuale, ma anche come momento di aggregazione, dovrebbe essere riscoperto. Ma dove sono finiti quei circoli letterari dove si elaboravano i vari “manifesti” che abbiamo studiato a scuola? Menti davvero artistiche, creative che, scevre dalle logiche commerciali ed editoriali, dissertavano sulla letteratura, sul suo senso, sul suo futuro, su nuove idee: stimolazione e fervido nutrimento per la mente. Be’ forse ora è la MIA fervida fantasia che sta divagando... XD