mercoledì 23 agosto 2017

Selfpub digitale: la via per la giustizia!

Tempo fa Gamberetta diceva che il webbe avrebbe portato giustizia agli scrittori perché chiunque avrebbe potuto pubblicizzarsi, senza dover ricorrere al benestare delle Case Editrici (CE) che seguivano la logica dei profitti e perciò avrebbe vinto il merito anziché il profitto. Perché, grazie alle recensioni dei lettori e al passaparola, avrebbero avuto maggior notorietà i più competenti e i romanzi migliori.
Ma tuttora non è così: innanzitutto dominano ancora le librerie e le grandi distribuzioni, anche se bisogna ammettere che ultimamente anche il digitale sta prendendo piede; ma soprattutto si ha bisogno di avere una CE alle spalle (meglio se grande) per la pubblicità, non cambia niente se cartaceo o digitale, se nessuno ti conosce, anche se sei “pubblicato”, il libro non lo compra nessuno.
E ora arriviamo al punto.
La pubblicità.
Purtroppo come temevo, la possibilità data a tutti di autopubblicarsi non ha portato equità e giustizia, ma ha favorito quelli più bravi a pubblicizzarsi; ancora una volta non vince la bravura, la professionalità di scrittore, ma l'abilità di marketing, certo anche questa è una capacità, ma che non c'entra un tubo con i meriti letterari. Alla fine la sfida l'ha vinta chi è più popolare, non il più bravo. La fama vince sempre. Non solo, ma non avendo neppure il filtro delle CE, gli scritti rischiano di essere (anzi, nel 90% dei casi sono) di pessima qualità, decisamente peggiore di quella scarsa di cui ci si lagnava riguardo alle grandi case editrici.
Ma c'è un altro problema che è scaturito dalla possibilità di autopubblicazione selvaggia: il caos! La casa editrice assicurava un minimo di selezione, di editing. La pubblicazione selvaggia non assicura un bel niente di niente! -_- Non essendoci più il filtro delle CE, chiunque scriva qualsiasi cazzata può autopubblicarsi e ciò crea una vera e propria giungla in cui è difficile districarsi. Come faccio a sapere che il libro che sto comprando non sia una schifezza immonda? E ancora: come faccio a trovare una perla rara se è sommersa di merd immondizia?
Alla fine affidarsi a una CE che faccia per me il lavoro sporco, che filtri la spazzatura e mi assicuri un minimo di editing/revisione, è la soluzione più facile.
L'unica nota positiva dell’era digitale, è che diminuendo i costi di produzione sono potute nascere realtà alternative, ovvero CE esclusivamente digitali, in questo caso sì che si ha avuto un'espansione e un miglioramento dell'offerta, soprattutto per le pubblicazioni di nicchia che altrimenti troverebbero poco spazio nell’editoria tradizionale.