lunedì 18 luglio 2011

Chiara vs Giulia

Alcune elucubrazioni che vorrei fare senza alcuno scopo scientifico, ma solo per esternare il mio pensiero, un po’ come se stessi pensando ad alta voce.

Ieri sono incappata in un sito (http://salvalibri.splinder.com/ di Giulia Bonino) il cui scopo è ridicolizzare lo stile recensorio di Chiara Gamberetta (Gamberi Fantasy). Premetto che io sono una persona poco rigida perciò mi piace mettere/mi in discussione, perciò chiunque si prefigga lo scopo di smontare dogmi/assiomi per me è ben accetto. Sempre che tale pratica sia supportata da spiegazioni e valide argomentazioni, sennò non ha alcun valore; al contrario, infatti, non trovo affatto divertente/stimolante sparare a zero su chiunque, solo per il gusto di demolirlo. La critica negativa in sé per me non ha alcun fascino; lo assume solo quando diventa costruttiva, aiutandomi cioè a espandere il pensiero, a trovare nuove spiegazioni , interpretazioni, visioni del mondo, conoscenze. È per questo che ho amato Gamberetta perché è la prima persona che ho trovato che ha saputo andare contro i dictat delle grande case editrici, riuscendo a far emergere alcuni grossi buchi/difetti di libri pubblicati, ma soprattutto supportando tutto ciò con alcune premesse circa gli assiomi che lei adotta nella recensione, cioè su quali parametri si basa (ciò non implica che questi siano corretti e giusti in senso assoluto, ma almeno si sa su cosa ella si basa per recensire). Ma, come premesso, sono una persona elastica, ed è per lo stesso motivo che ho adorato anche Giulia che a sua volta contesta Gamberetta. Mi piace questa contrapposizione perché finalmente vengono alla luce due modi diversi di intendere la critica letteraria. Purtroppo però Giulia non ci dice quali sono i suoi criteri, ma si limita a demonizzare quelli gamberettiani. Un vero peccato, però, un’occasione sprecata. Ne capisco l’intento (come l’autrice spiega, il suo scopo è quello di ridicolizzare il metodo di Gamberetta facendolo proprio, un po’ come se mettesse in atto una specie di parodia), ma così non emergono i cardini della sua critica, del suo “saper fare” critica (in quanto afferma di essere una professionista del settore), la cosa a cui io invece anelo. Gamberetta può essere criticata perché esplicita i suoi criteri-guida, perciò si può dire:”i suoi criteri sono scemi/sbagliati/parziali...” e da soli siamo in grado di renderci conto se lei li sta rispettando oppure no. In alcune sue recensioni , infatti, e qui sono d’accordo con Giulia che lo fa notare, Gamberetta fa alcune osservazioni alquanto discutibili, in quanto dettate più che altro dal suo gusto personale che non da criteri obiettivi.


Swanwick riesce a parlare di città ciclopiche e mela-folletti, di macchine apocalittiche che farebbero la felicità dei Krell e ragazze-capra, di sottoufficiali centauri che giocano alla roulette russa con i bambini e di nani in fuga dall’equivalente sotterraneo della gestapo[....]

tuttavia la tensione viene ripagata dal divertimento!


Che il mondo cinico e crudele di Sw. sia divertente è tutto da dimostrare...

Oppure:


I dialoghi sono atroci. La Meyer riporta parola per parola le minuzie che si scambiano i personaggi, senza rendersi conto di costruire spesso lunghi dialoghi di sole minuzie


Dov'è l'errore? A lei i dialoghi non sono piaciuti perché sono piatti, ma come affermerà poi nell'articolo sui dialoghi è presente una certa diatriba tra gli scrittori, tra chi preferisce dialoghi brillanti ma meno verosimili o viceversa. E' una scelta di stile, non per questo un errore. Tant'è vero che Gamberetta ammette di preferire i dialoghi brillanti anche se meno verosimili; la Meyer evidentemente opta per l'opposto, può risultare noiosa, può risultare banale, ma non ha sbagliato (forse che nella vita di tutti i giorni i ns dialoghi sono sempre così efficaci e brillanti e imperniati su argomenti degni di nota? Non direi).

E ancora:


Uomini abituati a vivere e agire nell’ombra, agili come gatti.

Agili come gatti, gatti che non esistono nel Mondo Emerso…

Che i gatti non esistono lo dice lei: se nel ME ci sono cavalli e draghi perché non dovrebbero esserci i gatti? Non stiamo mica parlando di koala! (essendo quest’ultimo un tipico animale australiano potrebbe effettivamente fuorviare, evocando appunto un’associazione con tale continente)

Detto ciò, mi preme affrontare un altro argomento gamberettiano: “Le avventure della giovane Laura”, il suo primo romanzo, volutamente parodico. Ora però questo carattere parodico si evince solo da una sua ammissione, e solo frequentando regolarmente il suo blog si può capire che è in realtà una presa in giro per gli scrittori fantasy dilettanti; in tutti gli altri casi, sembra solo una storia ridicola e scritta male. Dubito che i commenti positivi che ha ricevuto sarebbero stati così tanti se i lettori fossero stati a digiuno delle sue teorie e del suo modus operandi. Trai suddetti lettori mi ci metto anch’io. Leggendo il mio commento a distanza di tempo, mi rendo conto di essere stata influenzata dalle sue teorie (alcune, come la verosimiglianza e la scrittura semplice, tuttora le ritengo sacrosante, per carità): se avessi letto quel libro prima del mio approdo ai Gamberi dubito che sarei stata così clemente, probabilmente lo avrei trovato proprio brutto.

È interessante notare l’importanza che ha il contesto nella formulazione di giudizi e opinioni.

Tanto che il paragone con S1m0ne appare lampante. Qualsiasi cosa ella faccia, è applaudita perché considerata eccelsa a priori. Punto e basta. “Io sono un maiale” sembra proprio “Le avventure della giovane Laura”: il pubblico plaude il genio di S1m0ne così come quello di Gamberetta. Curiosa analogia. Che anche Gamberetta sia un’invenzione? Non ci avevo mai pensato, ma proprio sul blog di Giulia ho letto tale insinuazione e se dapprima non vi ho dato credito, poi mi sono resa conto che di lei effettivamente non si sa niente: non ha un cognome, mai una foto su internet, mai un luogo abitativo. E poi le coincidenze: è sempre così legata al Duca Carraronan, si citano a vicenda, collaborano spesso, le è stato vicino nel periodo brutto, le ha aperto una pagina su Facebook... Non sono una complottista, ma in effetti potrebbe essere. Sta di fatto che il personaggio di Gamberetta rimane avvolto da un alone di mistero (così come S1m0ne non si mostra mai in pubblico).

Comunque me ne frega poco: se sia veramente lei o il Duca travestito è irrilevante. Ciò che conta sono le sue recensioni e finora nessuno è riuscito a spiegare con la stessa perizia perché i suoi criteri siano errati né a proporre valide alternative di critica, ovvero critiche basate su criteri specifici e ben definiti (pur se diversi da quelli di Gamberetta).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

un solo appunto: non è mica necessario proporre qualcosa quando si critica, si può tranquillamente criticare e basta , non siamo mica l'opposizione al governo.
per il resto concordo su tutto!

Anonimo ha detto...

altro appunto:
i suoi criteri sono sbagliati perchè basandosi su manuali (che sono sempre e solo suggerimenti e mai regole) sostiene che tutta la narrativa DEBBA assolutamente rispondere ai criteri in base ai quali lei giudica un romanzo buono o meno.
Per farla breve se tu ogni tanto "mostri" e ogni tanto "racconti", scrivi male e sei un idiota. per forza. non esiste che uno scrittore possa scegliere deliberatamente di mostrare e raccontare.
Questo è palesemente ridicolo e altamente riduttivo

Anonimo ha detto...

Il Duca sarebbe Gamberetta? Non lo so. Non credo. Non hai mai pensato che Gamberetta potesse essere invece Giulia Besa? Hanno gli stessi anni e Giulia è sbucata dal nulla. Gamberetta ha affermato di essere sua amica e di averla conosciuta con il blog anni prima, ma non c'è traccia di commenti della Besa o di loro contatti. Gamberetta non ha nemmeno pubblicizzato il suo libro "Numero sconosciuto", perché Giulia era una sua amica, ma quante volte lo ha fatto per altri scrittori suoi amici? A me questa storia puzza, e molto. Tra l'altro qualcuno sul blog di Gamberetta ha fatto anche notare che il loro stile di scrittura sia identico.

Loana ha detto...

Pardon, leggo il tuo commento solo ora (meglio tardi che mai!), me l'ero svanito!
In effetti, ora che me lo fai notare... Non ho mai letto la Besa quindi non posso paragonare gli stili ma so che in effetti scrive "da manuale" ovvero seguendo anche lei le regole dei manuali di Gamberetta. E quando infatti l'aveva nominata per la prima volta, anch'io avevo fatto il tuo stesso ragionamento: che strano, sono diventate amiche eppure non ho mai visto un commento della Besa sul blog, ma mi ero detta che probabilmente aveva commentato qualche volta con lo pseudonimo. Ma ora che ci rifletto, molti altri commentano con pseudonimi eppure ci metti un attimo a scoprire la loro vera identità, e poi i suoi amici/collaboratori commentano assiduamente; con lei invece sono diventate amiche pur commentando sporadicamente?
Ma la cosa che mi puzza più di tutto è che non l'abbia neppure segnalata, in effetti è la prima cosa che notato: aveva segnalato il libro di Lara Manni, con cui aveva addirittura collaborato, rifiutandosi però appunto di farne una recensione perché non sarebbe stata obiettiva, idem x il libro di Angra; quella che per lei è la piu brava scrittrice fantasy pubblica per Einaudi e neppure pio? Mmhh... Quando ho scritto questo articolo non sapevo neppure che esistesse la Besa, ma ora in effetti i sospetti sono tanti...