Ecco i punti:
evitare il superfluo, narrare solo l'essenziale, senza sbrodolarsi in inutili interventi dell'autore, descrizioni prolisse, problemi filosofici, etc. Si deve narrare solo ciò che è funzionale alla storia, il resto non interessa.
evitare l'infodump (inforigurgito) questo aspetto si ricollega al prossimo punto, il mostrare e non raccontare, sì perché per evitare di "vomitare" addosso al lettore una quantità spasmodica, nonché noiosa, di informazioni, è preferibile mostrare la scena in cui si evince l'informazione oppure gettare qualche informazione qua e là, cammuffata da dialogo, ma anche qui bisogna essere in grado di cammuffarla bene sennò si cade nel "as you know, Bob" (se Bob lo sa già che cavolo glielo dici a fare?); lo scopo di queste tattiche è quello di evitare la fastidiodosa e noiosa narrazione stile enciclopedia: "gli elfi erano una specie immortale, vivevano nella Terra d'Egitto dal lontano 6000 a.C., etc."
show don't tell con le pinze. Come dicevo, è più effficace mostrare una scena che non raccontarla... Quasi sempre. E qui mi distacco dagli accaniti sostenitori di questo principio. Perchè se da una parte è vero che è più efficace, dall'altra è il metodo più rischioso. Consigliare a un principiante di usare show don't tell a gogò è controproducente, specialmente nel fantasy in cui molte situazioni/ambienti sono sconosciuti il rischio di incomprensione/confusione/smarrimento del lettore è troppo alto. Non significa raccontare tutto come ai bambini delle elementari, ma usare questa tecnica con parsimonia, anzi, con un gusto dosaggio: né troppa, né poca. Mostrare sì, ma aggiungendo una piccola spiegazione, anche solo una frasetta di delucidazione su situazioni ambigue o troppo oscure perché distanti dalla nostra concezione socioculturale. Più la situazione è weird, più occorre un minimo di contestualizzazione.
verosimiglianza tipico problema del fantasy: anche se si narrano storie fantastiche, non significa che si debbano scrivere cazzate a bosco. Il sistema magico/fantastico deve essere ben congeniato, deve rispondere a regole precise e deve essere coerente con tali regole. Allo stesso modo se il mondo fantasy non risponde alle regole fisiche terrestri, devono essere coerenti le implicazioni conseguenti a tale sistema.
Così come vanno evitate le incongruenze e le "trovate" stupide (grandi strateghi che si comportano come dei poveri mentecatti per esigenze di trama, geni del male che si trastullano invece di agire con spietatezza, ...).
onestà: è un elemento trasversale, va dai dialoghi dei personaggi (che non devono parlare come libri stampati) ai tabù; questo è un pregiudizio tipico del fantasy: gli autori si autocensurano perché lo ritengono un genere pe "ragazzi". Stupidaggini. Se è nella natura di un personaggio dire parolacce le deve dire, se i due protagonisti devono far sesso che lo facciano.
profonda caratterizzazione dei personaggi : i personaggi non devono parlare tutti con la stessa voce, né avere lo stesso carattere; per questo dedico molto tempo alla loro caratterizzazione: dai modi di dire, alle gestualità, al loro modo di pensare e comportarsi, le loro abitudini, i vizi e i gusti.
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